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Big Brother prende il treno

Il 1° agosto 2015 è stato introdotto lo SwissPass. Stando al sito delle FFS, l’introduzione di tale strumento comporta per i trasporti pubblici un passo decisivo verso il futuro. Per la prima volta infatti, tutte le oltre 240 imprese di trasporto svizzere utilizzeranno un unico standard di controllo e di gestione elettronica degli odierni titoli di trasporto e abbonamenti dei TP. Lo SwissPass è una carta dotata di un microchip RFID, la stessa tecnologia adoperata, per esempio, per gli skipass. Su tale microchip viene memorizzato il numero personale di ogni cliente, che permette ai controllori di verificare la validità o meno del titolo.

In questa sede vorrei tralasciare le critiche, che ritengo peraltro più che legittime, sull’effettiva efficienza della tessera rossa – dall’aumento dei tempi per il controllo biglietti, che portano a una richiesta di aumento di lavoro a pari qualità, alla reale innovazione tecnologica del dispositivo, la cui tecnologia risalirebbe in realtà addirittura agli anni ottanta – per concentrarmi sul trattamento dei dati dei viaggiatori.

In primo luogo i dati, viaggiando per onde elettromagnetiche, sono tutto meno che al sicuro, come evidenzia bene SCIP, azienda svizzera operante nel campo della consulenza per quanto riguarda la sicurezza informatica. Questa rincara la dose segnalando quattro potenziali pericoli nello Swisspass: Il furto dei dati, una loro impropria raccolta da parte di FFS, la cancellazione degli stessi e il loro disturbo, attraverso il cosiddetto jamming (una tecnica, adoperata nella guerra elettronica, atta a disturbare le comunicazione trasmettendo la medesima frequenza del segnale che si intende neutralizzare).

A preoccupare ulteriormente sono i piani di espansione della piattaforma: funivie, musei, car-sharing e così via potranno prendere parte al progetto. Unendo ciò agli spostamenti effettuati, si può avere facilmente una mappa completa dei movimenti e delle abitudini di ogni singolo utilizzatore del servizio. Questi dati sul mercato valgono oro, in quanto permettono di avere una moltitudine di profili contenenti consuetudini e scelte di consumo. Tale innovazione si inserisce quindi in un percorso di completo annullamento della privacy in ogni campo della vita, consentendo un controllo sociale che i più “efficienti” regimi autoritari di un tempo non potevano nemmeno sognare.

Alberto Togni, coordinatore della sezione del Locarnese del Partito Comunista

Alberto Togni

Alberto Togni (1994) è membro della Direzione del Partito Comunista (Svizzera) e consigliere comunale a Gordola. In passato ha ricoperto ruoli nel Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA).

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