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CONEX 15: Prove generali per una militarizzazione della sicurezza civile?

Tra il 16 e il 25 settembre si terrà nei Cantoni di Basilea (Città e Campagna), Argovia e Soletta l’esercizio di truppa “CONEX 15”, una mobilitazione organizzata dall’esercito per testare le proprie capacità di supporto alle autorità civili. I numeri parlano da sé: 5’000 militari, organizzati in 8 battaglioni (costituiti da truppe di fanteria, del genio, della polizia militare, dell’aviazione, ecc.), impiegati sull’arco di 9 giorni in un territorio di 4 Cantoni. La rilevanza conferita a questo “allenamento” dagli alti gradi dell’esercito è indicatrice di una ben definita finalità politica, che va ben al di là della semplice pubblicizzazione dell’esercito tramite parate e esposizioni pubbliche di mezzi e armamenti.
Notiamo infatti come negli ultimi mesi, a fronte dell’acuirsi della crisi umanitaria nell’Europa orientale, numerose associazioni e partiti politici vicini alla destra conservatrice (complice sicuramente il clima elettorale) si stiano attivando per suscitare nella popolazione delle sensazioni di paura collettiva, di insicurezza e di assenza di protezione (grazie anche ad azioni piuttosto subdole, come è stato il caso del volantino distribuito a tutti i fuochi dall’ASNI, le cui fotografie si sono poi rivelate essere false). Tali atteggiamenti, che esasperano palesemente oltre misura i rischi connessi all’immigrazione, sono finalizzati principalmente a giustificare degli interventi militari nella gestione della sicurezza civile (che si vuol passare per insufficiente): non si contano infatti le rivendicazioni, dentro e fuori il Parlamento, che invocano una presenza stabile e massiccia dell’esercito alle frontiere svizzere.
CONEX 15 si inserisce proprio in questo delicato contesto, cui si aggiungono i gravi esempi provenienti dall’estero (primo su tutti, il caso del muro tra Ungheria e Serbia e delle violente repressioni a danno dei migranti che vi hanno avuto luogo): non sarà che i piani alti dell’esercito vogliono dare prova delle loro capacità, così da dare un assist ai propri rappresentanti in Parlamento e assicurarsi un qualche prezioso incarico? Del resto, lo “scenario dell’esercizio” pare richiamare proprio quei proclami intimidatori di cui si è parlato in precedenza: viene fatto cenno a una situazione di dilagante “crisi economica”, in cui “le tensioni etniche provocano importanti flussi migratori verso la Svizzera”.
Tuttavia l’avverarsi di una situazione del genere pare oggettivamente molto poco probabile (come dimostrano anche i dati relativi all’incremento delle domande di asilo, molto limitato se paragonato a quello dei Paesi del sud-est europeo), mentre possiamo notare una certa somiglianza con il clima di ostilità presente durante la “guerra fredda”: viene da chiedersi se le alte sfere militari, e i loro sostenitori politici, non siano per caso soggetti ad una sorta di necessità fisiologica che li spinge a “crearsi” un proprio nemico, quando questo non è presente nella realtà… Ecco quindi pronta la nuova minaccia esterna che mette in pericolo la nostra democrazia e la nostra economia!
Ciò che non traspare è però il fatto che aprire le porte a questo tipo di collaborazione tra apparato militare e civile crea delle preoccupanti incertezze a livello di tutela dei cittadini e dello Stato di diritto: ricordiamo infatti come l’esercito funzioni secondo una serie di logiche interne di carattere prettamente antidemocratico, che concernono l’apparato giudiziario, le linee di comando e la gestione dei militi. Tutto ciò, se può forse venir considerato necessario in tempo di guerra, pone numerosi problemi quando ne viene reclamato l’utilizzo in tempi di pace, per di più se per svolgere dei compiti di carattere civile. Da parte mia e del mio Partito mi auguro quindi sinceramente che CONEX 15 non sia un pretesto per dimostrare la validità dell’utilizzo dell’esercito in ambito civile e auspico che, nell’eventuale caso in cui si rendesse necessario un rafforzamento della sicurezza, questo non venga impiegato come se si trattasse di un qualsiasi corpo di polizia ausiliario (cosa che non è affatto).

Zeno Casella, candidato al Consiglio Nazionale per il Partito Comunista (lista 12)

Zeno Casella

Zeno Casella, classe 1996, è consigliere comunale a Capriasca per il Partito Comunista. Tra il 2015 e il 2020, è stato coordinatore del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA).

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