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Festival e dintorni

Anche quest’anno torna il Festival e con lui le manifestazioni collaterali a vocazione culturale o aggregativa su cui la redazione ha deciso di soffermarsi con questo primo contributo.

Ha aperto i battenti la rassegna del Cinema russo e sovietico, portata a Locarno dalla collaborazione tra Centro Culturale il Rivellino e Gosfilmofond (la Fondazione Nazionale del Film della Federazione Russa), sulla scia dei rapporti stabiliti in occasione della sessantaseiesima edizione del film Festival lo scorso anno – con un’esposizione che aveva ospitato Nikolai Borodachev, responsabile dell’ente russo (leggi).

Oscurata dai canali mediatici della Locarno di Solari, che ha scelto di non cogliere l’occasione di integrare le due manifestazioni in una mancata convergenza logistica e di programma che potrà causare qualche problema di affluenza alla creatura dei fratelli Sciolli e Jean Olaniszyn, la rassegna ha tutte le carte in regola per attirare gli appassionati di un cinema che molto si è dimenticato e si è cercato di far dimenticare : attento al contenuto, orientato alla formazione e all’arricchimento culturale e personale del pubblico, e non piegato al vezzo estetico dell’art pour l’art tanto spesso prostituita alle logiche di mercato di cui l’occidente si è storicamente fatto portatore.

Il programma è ricco e variato, spazia dai più classici Le navi attaccano i bastioni o La corazzata Potëmkin, fino a co-produzioni in odor di noir e alle quotidiane proiezioni dei filmati di animazione degli anni ’70, ’80 e ’90, fruibili in versione originale e sottotitolati dalla squadra del Gosfilmofond espressamente per l’appuntamento asconese.

La responsabile della delegazione russa ha introdotto la prima proiezione (due mediometraggi animati di epoca brezneviana) rimarcando il ruolo avanguardista nel panorama internazionale rivestito dai registi sovietici che attraverso i vari percorsi professionali, passando dalla documentaristica all’animazione per ragazzi, si sono affermati sul piano teorico fondando una solida scuola rappresentata dalla casa di produzione Soyuzmultfilm, come si sono affermati sul piano tecnico attraverso innovazioni quale il macchinario di concezione propria del maestro Yuri Norstein, visto all’opera nel contesto delle avventure del Riccio nella nebbia e in seguito in Fiaba delle fiabe (riconosciuto pure a Hollywood quale miglior filmato d’animazione di tutti i tempi).

A seguito la proiezione de Il Castello, basato sull’omonimo romanzo di Kafka, che permette a Balabanov di mettere magistralmente in scena il rapporto alienante tra uomo e norma, uomo e legge. Presente in sala pure l’attore Viktor Sukhorukov, star russa con più di cinquanta apparizioni all’attivo tra cinema e televisione, che ne Il Castello interpretava uno dei suoi primi ruoli quale attore affermato e ha tenuto a spendere qualche parola sul regista Balabanov e il percorso umano e professionale avuto al suo fianco lungo una quindicina di anni.

È questa una rassegna che forse avrebbe potuto osare di più sul piano politico nei contenuti del suo programma (il che rende ancora più inspiegabile il gran rifiuto di Solari & co.), ma che offre i presupposti per un buon compendio a un’offerta di Piazza e di concorso a tutt’oggi purtroppo non sempre all’altezza delle aspettative.

Amos Speranza

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