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Partito Comunista: “la sinistra vince se è popolare e aperta ai BRICS”

L’esito del referendum in Grecia contro l’accordo con la Troika per ulteriori misure di austerità può insegnare qualcosa anche alla sinistra in Svizzera? Il Partito Comunista, guidato dal deputato Massimiliano Ay, risponde affermativamente. Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diramato ieri dai comunisti svizzeri, il primo giunto ai media sul voto greco.
In Grecia è ancora «il giorno del NO». L’affermazione delle istanze della Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA) in occasione del referendum greco è di portata storica: si profila una vittoria dell’opposizione alle politiche della Troika da parte della sinistra radicale guidata dal premier Alexis Tsipras, cresciuto nelle file della Gioventù Comunista di Grecia (KNE).

Un paese stremato dalle cure shock prescritte da Commissione Europea, Banca Centrale Europea (BCE) e Fondo Monetario Internazionale (FMI): una serie di ricette di stampo neoliberista, che ricordano i bui esperimenti dei “Chicago Boys” in America Latina, e che non stanno facendo altro che accellerare l’agonia di un popolo, quello ellenico, ormai quotidianamente confrontato con la miseria più estrema. Ma ancora capace di esprimere la dignità, la capacità di resistenza che questo paese ha più volte dimostrato nella propria storia.

SYRIZA e altre rilevanti forze della sinistra greca, come il Partito Comunista di Grecia (KKE) e il combattivo sindacato PAME, hanno dimostrato che in Europa esiste ancora un fronte progressista capace di rappresentare le istanze popolari, di sfidare le oligarchie finanziarie e di contrastarle attivamente e con efficacia: casa per casa, strada per strada, quartiere per quartiere. Senza lasciarsi incantare dal dogma europeista, a cui ciecamente aderisce anche certa sinistra nostrana, ormai ridotta al ruolo di scendiletto delle forze liberali: funzione, questa, perfettamente incarnata dal leader socialista Martin Schulz, che non ha esitato a lanciare anatemi sulla volontà dei greci di esercitare la propria sovranità popolare, invocando l’avvento di un altro governo di grigi tecnici neoliberisti.

Ma la forza di SYRIZA non si è dispiegata soltanto in un eccellente radicamento popolare, proprio di una sinistra che non ha come propria finalità ultima quella di occupare sedie e partecipare alla spartizione del potere e dei privilegi, come era tradizione per i socialisti greci del PASOK (referente del Partito Socialista Svizzero) e per i conservatori di Nea Dimokratia. Essa si è rivelata anche in una visione delle relazioni internazionali attenta e aperta alle realtà emergenti, e alla ricerca di importanti sinergie con esse, incarnata dal ministro degli esteri Nikos Kotzias. Prime su tutte Russia e Cina. Guardando ad est, fuori dall’UE e lontano dal vigile occhio statunitense, il governo greco ha dato così prova di com’è possibile costruire un efficace rapporto di forza nei confronti di Bruxelles e Washington, e di come – più in generale – la prospettiva di un mondo multipolare non può che giovare agli Stati, alle loro economie e anche alla loro sovranità popolare. Un principio, questo, che il Partito Comunista – unica forza politica a farlo in Svizzera – promuove ormai da tempo e che ritiene alla base del benessere futuro del nostro paese. Popoli d’Europa, sollevatevi!

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