Davide Rossi, nella casa natale di Rosa Luxemburg
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Lublino, Majdanek, Zamosc

Il socialismo polacco ha permesso al centro storico di Lublino di conservarsi immutato. Gli antichi palazzi tardo medievali infatti non hanno subito modifiche e rifacimenti, tutta la loro incantevole e incantata bellezza permane, accresciuta dai segni del tempo che hanno inciso sui muri crepe e sgretolato intonaci, portati via dal vento che ha lasciato, a memoria della sua potenza, i vivi mattoni, sovrastati da tetti spioventi e tegole rosse.

Lublino
Lublino

Tartari e Cosacchi hanno violato le mura cittadine e trovato conforto tra le case che dominano la pianura circostante dall’alto dell’esile collina cittadina. Casimiro III il di Polonia nel XIV secolo ha provato a fortificarne i bastioni, ma l’Oriente è sempre stato più forte. È difficile capire se siamo ancora in Mitteleuropa, come nella terra cracovita a lungo austroungarica, o se la presenza russa ne abbia invece più profondamente segnato l’identità. È certo che le culture abramitiche qui si sono incontrate e si incontrano ancora. Campanili cattolici e iconostasi ortodosse si accompagnano alle scuole talmudiche e le ragazze velate che passeggiano per il centro sono le eredi, seppur non dirette, dei tartari arrivati secoli fa, preganti guardando la Mecca e stabilitisi nel sobborgo lublinese di Majdan Tatarski, ovvero la piazza dei tartari, convintisi a vivere nella fertile pianura anche dalla bellezza delle ragazze. I festosi canti e balli della tradizione chassidica hanno attraversato per secoli le strade acciottolate di Lublino, per festeggiare Rosà Shanà, il capodanno, così come tutte le altre feste ebraiche.

Il campo di sterminio di Majdanek
Il campo di sterminio di Majdanek

Il dilagare nefasto dei nazionalismi in Europa nel 1918 e la nascita della Polonia reazionaria di Pilsudski e poi l’occupazione nazista, sono lo strumento coercitivo che distruggere la pluralità di Lublino. Il potere confessionale prova ad ammantare la città di un tetro clericalismo e l’infame e aberrante nazismo decimerà la comunità ebraica cittadina. Il campo di sterminio di Majdanek, nei pressi di Majdan Tatarski, sarà liberato dall’Armata Rossa sovietica il 24 luglio 1944. La visita al campo stringe il cuore, restituisce per intero l’orrore, induce a riflettere. Nelle stesse ore in cui i sovietici liberano gli ebrei, i russi, i polacchi e gli zingari sopravvissuti allo sterminio, la città si colora della festa dalle molte lingue e dalle differenti musiche e il Comitato Polacco di Liberazione Nazionale guidato dal comunista Bolesław Bierut dichiara Lublino capitale provvisoria della Polonia libera e socialista. Alla franco-polacca Maria Skłodowska Curie, Nobel per la fisica 1903 e Nobel per la chimica 1911, i socialisti dedicano l’università cittadina, nata con la Liberazione per orientare in senso progressivo le giovani generazioni e contrastare l’influenza dell’università clericale.

Zamosch
Zamosch

Andando verso est si arriva a Zamosc, fondata nel 1580 con lo scopo di essere una ideale città rinascimentale da Jan Zamoyski, grande possidente e commerciante, già studente dell’Università di Padova e amico dell’architetto padovano Bernardo Morando che è il grande ideatore e costruttore della città. Qui in un contesto di tolleranza e pluralità, comunità di ogni parte del mondo allora conosciuto, dagli arabi agli ebrei, dai calvinisti ai cattolici, dagli ortodossi agli estremo orientali, senza intromissioni del Sant’Uffizio, sono vissute insieme. Il voivodato di Zamosc è rimasto per secoli in mano alla stessa famiglia, orientata alla tolleranza e al rispetto, fino alla tragica occupazione nazista del 1939.

Qui è la casa natale di Rosa Luxemburg, che ha lottato nel Novecento per un piena emancipazione femminile e un ruolo attivo e paritario delle donne nella vita culturale e politica, davanti alla lapide che la ricorda, posta nella via che porta alla piazza principale, parallela quella che effettivamente ospita la sua casa natale, mi commuovo, come ogni anno la seconda domenica di gennaio sulla sua tomba a Berlino.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.

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