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Con il popolo siriano

Da tre anni, era marzo 2011, l’Occidente in collaborazione con l’estremismo sunnita ha scatenato la guerra civile in Siria.

Duecentomila morti, tre milioni di profughi, stenti e fame nelle città distrutte. Là dove il socialismo siriano dava casa, scuola e lavoro, oggi ci sono solo macerie e ben sei milioni sono gli sfollati.

Se le forze armate siriane e i volontari delle milizie popolari, appoggiate anche da Hezbollah, controllano Damasco, le città costiere e il sud, ai confini con Israele, in zone dove vivono oltre i due terzi dei cittadini rimasti in patria, l’altra metà del paese, scarsamente popolata, ma strategica, è in mano ai jihadisti e ai qaedisti, detti takfiri, sostenuti dai sauditi che controllano anche la cosiddetta opposizione guidata da Ahmed Jarba, che nulla conta in Siria, ma è molto presentabile in Europa. Molto più dei takfiri che, sotto la copertura della sigla “Esercito Libero Siriano”, hanno in realtà formato il “Fronte Islamico”, composto dai jihadisti dello “Stato Islamico in Iraq e nel Levante” e dal “Fronte al-Nusra”, autoproclamatisi qaedisti. Isolati infine nel nord i curdi, sostenuti militarmente, ma neppure troppo convintamente, dall’Occidente.

La vicinanza e la solidarietà vanno al popolo siriano, alle suore di Maalula e a tutte le cittadine e i cittadini di quella antica città cristiana. A tutte e tutti i siriani che credono ancora possibile e si battono per una Siria, plurale, multireligiosa, socialista.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.

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