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Il legame fra la “primavere araba” e le “rivoluzioni colorate” con le multinazionali. Lo conferma Wikileaks!



Avete presente la Primavera araba? Avete presente le rivoluzioni che hanno sconvolto il pianeta negli ultimi tredici anni? Serbia (contro Milosevic, ndr), Ucraina (contro Yanukovich, ndr), Iran (contro Ahmadinejad, ndr) e così via. Ebbene, che l’uomo che aveva avuto un ruolo chiave nell’organizzarle ricevesse finanziamenti dal Dipartimento di Stato Usa è cosa nota. Che lavorasse per le multinazionali, invece, è una novità.

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Srdja Popovic

Due reporter investigativi statunitensi si sono studiati i milioni di dispacci pubblicati da Wikileaks, e tra questa enorme massa d’informazioni hanno trovato le prove del fatto che il serbo Srdja Popovic e sua moglie Marijah abbiano fornito a banche e multinazionali le informazioni giuste per evitare di essere travolte dalle rivolte in divenire: nomi delle organizzazioni rivoluzionarie e dei loro leader, strategie, date e luoghi. Il nome in codice di Popovic era “SR501”.

Il lavoro di Steve Horn e Carl Gibson è durato mesi. «Ci siamo letti e abbiamo classificato tutte le email pubblicate da Wikileaks», ha spiegato Gibson. «I messaggi da noi scovati rivelano che Popovic e sua moglie lavoravano a stretto contatto con Stratfor, una società di informazione privata, con sede ad Austin, in Texas, che pubblica informazioni di intelligence su tutto il mondo. Stratfor è finanziata dall’American Petroleum Institute, dalla Lockheed Martin, da Raytheon, dall’Archer Daniels Midland, dal Dow Chemical (responsabile della strage di Bhopal, in India), dalla Duke Energy, da Northrop Grumman, da Intel, da Goldman Sachs, dalla Coca-Cola, ma anche dal ministero dell’Interno Usa, dal corpo dei Marine e dalla Defence Intelligence Agency. Solo per citare alcune aziende. In altre parole, Stratfor fornisce informazioni vitali a banche e multinazionali per sapersi destreggiare tra gli eventi politici e per proteggere i propri investimenti in giro per il mondo. Stratfor è una sorta di servizio segreto per grandi aziende Usa».

Horn e Gibson hanno anche incrociato le informazioni da loro raccolte con un membro di Stratfor, che ha chiesto l’anonimato, in cambio della sua testimonianza.

 Un’altra conferma si è avuta dalla stessa Stratfor. In un dispaccio del maggio 2010, scritto dall’ex analista di Stratfor Eurasia Marko Papic, si legge: «Per noi rappresenta una grande risorsa. Popovic ci offre la capacità di connetterci con i facinorosi di tutto il mondo. Noi non siamo in grado di muoverci in quei territori con tanta disinvoltura. Le sue informazioni sono una bomba. È stata, poi, geniale l’idea di raccogliere la rete di contatti attraverso Canvas, che ci permette di entrare a nostra volta in contatto con queste persone in modo indipendente».

Il primo approccio tra Popovic e Stratfor avvenne nel 2007, quando il serbo fu invitato ad Austin a tenere una conferenza sulle rivoluzioni colorate che avevano interessato l’Europa dell’Est (Serbia, Moldova, Ucraina, Georgia, Azerbaigian e, anche se si trova in Asia, Kirghizistan). Da quel momento la corrispondenza tra il “rivoluzionario” e l’Agenzia divenne fitta e regolare. Addirittura, dal marzo 2010 al marzo 2011 sua moglie Marijah si trasferì in Texas per lavorare come analista di Stratfor. E non solo Marijah. Anche un’altra membra di Canvas (l’organizzazione serba fondata e diretta da Popovic) Jelena Tanic, lavorò in quel periodo per Stratfor. Inoltre, negli ultimi anni sembra ci siano stati molti membri di Canvas che per un breve periodo si siano trasferiti ad Austin. Nei dispacci si parla di «stage» o di «brevi collaborazioni».

 Il legame è divenuto così stretto che al loro matrimonio a Belgrado, Marijah e Srdja, invitarono gran parte dello staff di Stratfor.

Alcuni esempi di come si svolgeva questa collaborazione? In una e-mail, Popovic avvertì Stratfor dell’imminente rivoluzione in Bahrein, fornendo anche i nomi degli attivisti in loco. Quando poi, nella primavera del 2011, decine di migliaia di persone scesero in piazza per reclamare la democrazia nella piccola (ma ricchissima) monarchia del Golfo, la rivoluzione venne repressa nel sangue e tutti i suoi leader arrestati e sbattuti in prigione. Inutile dire quale importanza riveste il Bahrein nella geopolitica del Medio Oriente, nei rapporti saudita-statunitensi e nei bilanci delle compagnie petrolifere.

"Otpor" l'ONG di Popovic che rovesciò Milosevic
“Otpor” una delle ONG di Popovic

Esempio numero due. Nel 2010 fu anno di elezioni in Venezuela. La Casa Bianca sperava potesse essere la volta buona per liberarsi dell’ormai defunto presidente Hugo Chavez. Nei mesi precedenti al voto Caracas e le principali città del Paese vennero scosse da manifestazioni di massa e da scioperi, tutti organizzati dall’opposizione (Wikileaks ha dimostrato che vennero finanziati dal Dipartimento di Stato Usa). Sapete chi organizzò l’operazione che doveva portare alla destituzione di Chavez? Popovic. In una e-mail il serbo arrivò a comunicare alle aziende statunitensi di tenersi pronte per rientrare in Venezuela. Le comunicazioni riguardo la vicenda venezuelana avvenivano via hushmail, «perché per Chavez lavorano molte persone preparate in grado di intercettare la nostra posta elettronica, e non possiamo permetterci che alcune delle nostre aziende che operano in Venezuela vengano danneggiate».

 Grazie a questa collaborazione, Popovic venne classificato dalla Cia come «agente ombra». Una sorta di agente sul campo che fa il doppio gioco.

Nei sei anni di collaborazione con Stratfor, i coniugi Popovic hanno consegnato a banche e multinazionali informazioni sul dissenso nei seguenti Paesi: Filippine, Libia, Vietnam, Iran, Azerbaigian, Egitto, Tibet, Zimbabwe, Polonia, Bielorussia, Georgia, Bahrein, Venezuela e Malesia. L’Agenzia Usa è anche entrata in possesso di una copia della corrispondenza elettronica che Canvas aveva con i leader delle “rivoluzioni”.

 Ma c’è di più. Popovic per Stratfor non era solo una preziosa fonte d’informazioni, era anche l’uomo che poteva aiutare banche e multinazionali a «rovesciare i leader di Paesi ostili» ai loro interessi. In una e-mail del giugno 2011, Papic definisce Popovic come «un attivista serbo che viaggia per nostro conto per fomentare il mondo». E ancora: «Se usato correttamente, è più potente di una formazione di portaerei da battaglia».

Franco Fracassi 

Fonte: http://popoff.globalist.it/

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