Si fa strada in Europa la “Tassa dei milionari”. E Depardieu scappa…

Chez Gérard

L’attore francese Gérard Depardieu ha spostato il suo domicilio in Belgio, nel comune di frontiera di Néchin, verosimilmente per scappare dal fisco francese, considerato troppo oneroso. Ma non appena trasferitosi il Partito del Lavoro belga (PTB), una formazione comunista guidata da Peter Mertens e che si sta facendo conoscere nel paese per le sue azioni eclatanti e la sua comunicazione innovativa, gli ha reso visita. Il partito della sinistra combattiva, con un passato maoista per niente rinnegato anche se fortemente rinnovato, ha organizzato un’azione simbolica per questo atto considerato poco solidale sia nei confronti della Francia sia nei confronti dei salariati belgi.

La “Tassa dei milionari”

La patrimoniale belga

Il PTB ha portato a Depardieu un fustino speciale, all’apparenza un detersivo, ma che in realtà contiene un “prodotto che cambierà la vita”, come recita il loro slogan. Lo strano “prodotto” è in realtà la proposta di una “Tassa dei milionari”, una proposta di legge patrimoniale che “colpisce unicamente i più ricchi (2%), crea posti di lavoro e benessere, protegge dalle misure di austerità e dai tagli, aiuta a riempire i buchi nel preventivo dello Stato e favorisce la solidarietà”. I militanti comunisti hanno allestito una bancarella proporio davanti alla villa in mattoni rossi contornata da un ampio parco del famoso attore, uno degli artisti meglio pagati del cinema esagonale. Presente allo stand anche un esponente di spicco della sinistra belga, Benjamin Pestieu, uno dei volti noti del PTB, che ha spiegato: “non è solidale né nei confronti della Francia né nei confronti dei lavoratori belgi ai quali si fa pagare la fattura della crisi e che sono fortemente tassati”. Pestieu ha continuato: “Il Belgio è un paradiso fiscale per i milionari e un inferno fiscale invece per i salariati”! In questo senso il PTB vuole cambiare le cose proponendo, appunto, una “Tassa dei milionari”. Questa sarà importante lanciarla però anche su scala continentale per evitare la concorrenza fiscale e chiamare i ricchi alla loro responsabilità solidale.

Dal Belgio alla Svizzera

La patrimoniale svizzera

E un primo segnale arriva da un paese extra-europeo, che funge però da posto ideale per i capitali che fuggono al fisco. Parliamo proprio della Svizzera, dove l’idea della “Tassa dei milionari” è stata ripresa e rilanciata dal Partito Comunista del Canton Ticino, una formazione vicina al PTB, e questo già prima dell’estate. Uno studio del giovane economista Alessandro Lucchini, responsabile della politica economica dei comunisti ticinesi, è stato presentato ai media e alla popolazione affinché anche la Svizzera applichi una tassa patrimoniale sulle alte fortune. “La Svizzera è una delle nazioni che conta la più grande quantità di ricchezza al mondo – spiega Lucchini – e allo stesso tempo la più ineguale distribuzione della stessa: il 4% della popolazione detiene il 60% della ricchezza, mentre la metà della popolazione non ne possiede che il 2%”! Bisogna quindi invertire rotta: ne è convinto il segretario politico del partito Massimiliano Ay che afferma: “I milionari, oltre ad aver beneficiato negli ultimi anni di numerosi vantaggi fiscali, hanno accumulato una simile ricchezza incamerando enormi profitti a discapito di salari che, invece, hanno marciato sul posto: è il momento che si ridistribuisca parte di questa ricchezza alla popolazione”. Una tassa, questa, che colpirebbe solo il 2% della popolazione, il settore più privilegiato e “in un anno si potrebbero ricavare solo in Ticino 340 milioni di franchi, che sarebbero sufficienti per coprire il deficit” conclude Lucchini. La proposta è stata inviata dal PC alle direzioni dei sindacati e dei partiti di sinistra proponendo un fronte comune per concretizzare l’idea spiega Ay, che chiosa: “La cosiddetta simmetria dei sacrifici di cui parla anche il ministro Manuele Bertoli porta alla cassa allo stesso modo il milionario e il lavoratore precario, la nostra proposta è invece una soluzione più equa che favorisce la grande maggioranza della popolazione lavoratrice del Paese, ci auguriamo che il resto della sinistra sia disposto a lavorare con noi”.

E dalla Francia …i ricchi scappano?

Assemblea ticinese sulla Tassa dei milionari

Ma il cattivo esempio di Gérard Depardie non potrebbe rendere vane le buone intenzioni di questa tassa? A quanto pare no! A dirlo è il governo francese che ha applicato da tempo una simile imposta patrimoniale e con successo: si tratta della cosiddetta “Impôt de solidarité sur la fortune”, in sigla ISF che applica una tassa progressiva che va dallo 0,5% all’1,8% per gli stock di ricchezza di oltre 790’000 euro. Il numero delle dichiarazioni fiscali aumenta di anno in anno e meno dell’1% dei ricchi contribuenti cambia paese, anche perché bisogna confutare la tesi neo-liberista secondo cui la scelta di domicilio dei milionari si basa solo sul carico fiscale.  Vi sono infatti tante altre variabili da tenere presente, come la sicurezza, la stabilità politica, l’affidabilità dei servizi, ecc. In ogni caso questa nettissima minoranza di super-ricchi francesi che fugge nei paradisi fiscali per evitare la cosiddetta ISF sono comunque ancora tassati per i beni immobiliari che rimangono in Francia. Su una base di imponibilità di 900 miliardi di euro, solo 20 miliardi scappano, ad esempio, in Belgio, come Depardieu. Per le casse dell’ente pubblico la Tasa dei milionari è quindi un grosso affare. E più le casse pubbliche sono piene, meno si taglia nel sociale e nella scuola!

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