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Intervista esclusiva a Marko Knežević del Movimento dei Socialisti di Serbia

Marko Knežević

E’ nato da pochi anni: era il 2008 quando il suo fondatore Aleksandar Vulin abbandonò il Partito Socialista Serbo (SPS) che fu di Slobodan Milosevic per fondare il suo nuovo “Movimento dei Socialisti” (“Pokret Socijalista“)  su basi marcatamente anti-imperialiste. Sinistra.ch ha avuto il privilegio di poter intervistare il responsabile del movimento giovanile di “Pokret Socijalista”. Lui si chiama Marko Knežević ed è pure un dirigente del Comitato Centrale del partito. Un partito che Knežević ci assicura “basare la sua esistenza sul marxismo”, mente ci mostra il filmato dell’apertura del loro ultimo congresso coi delegati in piedi a cantare “L’Internazionale”. Un partito sempre più di massa che a quanto pare starebbe acquisendo ogni giorno nuovi sostegni.

Qual è il vostro peso dal punto di vista elettorale? – chiediamo. Il giovane esponente del Movimento dei Socialisti serbi ci spiega che hanno formato una coalizione con i nazionalisti del Partito Progressista Serbo che ha vinto la maggioranza parlamentare alla recenti elezioni ed è ora al governo del paese. “Dopo 12 anni – afferma Marko Knežević – finalmente il parlamento serbo ha dei rappresentanti di sinistra”! Insomma, un giudizio incoraggiante: “rispetto ai governi precedenti, questo esecutivo ha messo la lotta alla corruzione fra le priorità e inoltre ha una ferma posizione sulla questione kosovara”. Gli spieghiamo che sul nostro sito abbiamo scritto un articolo sulla riforma del settore bancario (https://www.sinistra.ch/?p=1963) e Knežević annuisce: “è una buona riforma: il signor Šoškić lavorava per gli interessi stranieri e dei tycoons e dei politici corrotti. Il mondo globale oggi funziona sulla base di un sistema di oppressione: la Serbia non vuole più essere schiava di nessuno!”.

Entriamo così nel vivo delle questioni più geo-politiche e chiediamo quale sia la sua posizione sull’Unione Europea (UE). La risposa del nostro interlocutore è molto secca: “l’UE deve piantarla di mettere condizioni alla Serbia, noi non siamo necessariamente contro l’adesione all’UE, ma prima l’UE deve rispettare la Costituzione della Repubblica di Serbia, altrimenti perderà la sua credibilità e infatti oggi la maggior parte della popolazione è contro l’adesione del nostro paese all’UE”.

Chiediamo allora di spiegarci la posizione del partito sul Kosovo, altro tema caldo nell’area. Subito il dirigente marxista serbo, però, ci corregge: “non si dice Kosovo, ma Kosovo e Metohija, cioè una parte del Kosovo”. Insomma dobbiamo parlare di KosMet. Esso è “una parte integrante della Serbia e non riconosceremo mai quell’atto di terrorismo che è stata la creazione della cosiddetta Repubblica del Kosovo”. E poi continua: “la Repubblica del Kosovo non esiste, è una banda di terroristi che opera una pulizia etnica contro i cittadini non-albanesi, organizzano il traffico d’organi, di armi e di droga e molti di questi sono persino sotto inchiesta dagli organisimi europei”.

Ma allora come valuta la decisione dell’esercito svizzero di assumere il comando della missione NATO in Kosovo? “La Svizzera è un paese pacifico, ma quello che fa il governo svizzero è molto preoccupante: la Svizzera ed altri Stati hanno infatti invaso il mio paese e tengono tuttora il 15% del nostro territorio nazionale sotto occupazione militare”. Un apprezzamento quindi è stato mandato da Belgrado al Partito Comunista del Canton Ticino che con una lettera aperta (leggi) al governo di Berna nel gennaio 2012 aveva chiesto di far rientrare il contingente militare elvetico dal Kosovo nel rispetto della neutralità svizzera. Ci sarà insomma il rischio di una nuova guerra, chiediamo preoccupati? Ma il nostro interlocutore qui ci tranquillizza: “Il dialogo è l’unica soluzione, non credo si arriverà a un conflitto armato”.

Il leader dei giovani socialisti serbi ci spiega anche che Slobodan Milosevic, che in Occidente viene visto come un mostro, un po’ al pari di come oggi viene dipinto dai mass-media anche il presidente siriano Assad, non era un criminale di guerra: “Milosevic difendeva la Serbia e il suo popolo, noi abbiamo rispetto per lui: fu un coerente avversario della globalizzazione”.

Il governo anti-imperialista serbo di allora fu messo a dura prova dai bombardamenti della NATO, oggi altri paesi sono vittima della medesima politica di guerra. Che cosa ne pensa il giovane militante serbo? “La Libia, la Siria, L’Egitto… è la stessa situazione come in Serbia nel 1999 e nel 2000. Il popolo libico ed egiziano ha creduto alle false promesse degli USA così come molti serbi ad inizio millennio e oggi vivono in schiavitù. Noi sosteniamo la Siria! La democrazia non c’entra niente, si bombarda solo per il petrolio e la NATO è il più grande male dell’umanità e la Serbia non sarà mai un membro di questa alleanza perché non vogliamo fare agli altri popoli quello che la NATO ha commesso contro di noi. Noi vogliamo l’uguaglianza per tutti i popoli del mondo”.

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