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I giochi olimpici …militari

Marco Barone

La mia non sarà una riflessione polemica, ma una semplice constatazione di fatto.A pochi giorni dall’avvio delle gare della trentesima edizione dei Giochi Olimpici di Londra, gli atleti delle Forze Armate hanno conquistato cinque medaglie: una d’oro, tre d’argento e una di bronzo.

Cinque medaglie conquistate da atleti militari, alle quali si aggiungono quelle conquistate dal gruppo sportivo della Polizia di Stato, per un totale di circa otto medaglie complessive conquistate sino al momento in cui scrivo questa riflessione, medaglie che probabilmente saranno destinate ad incrementare così come saranno destinate ad incrementare quelle conquistate dai gruppi sportivi militari e della polizia di Stato.

Il Ministro Di Paola nel formulare gli auguri agli atleti di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri per le Olimpiadi di Londra affermava che “Il binomio sport-vita militare – ha aggiunto – si fonda su un’etica condivisa, caratteristica dell’appartenenza ad un corpo militare così come ad un gruppo sportivo”.

Nulla di strano.

Gli atleti italiani che partecipano ai giochi olimpici sono prevalentemente militari, carabinieri, finanzieri, poliziotti e così via dicendo.

Civili, pochi, pochissimi.

Perché questo dato? Effettuando un salto nel passato, un passato che potrebbe spiegare il perché di questa forte presenza militare nei giochi olimpici, emerge che un barone francese, Pierre de Coubertin, cercava una spiegazione alla sconfitta francese nella guerra franco-prussiana (1870-1871). Con il tempo giunse alla conclusione che i francesi non avevano ricevuto un’educazione fisica adeguata, e si impegnò per migliorarla. Su wikipedia si legge anche che De Coubertin voleva anche trovare un modo di avvicinare le nazioni, di permettere ai giovani del mondo di confrontarsi in una competizione sportiva, piuttosto che in guerra. E questa competizione è rappresentata dai giochi olimpici moderni.

Insomma se nell’antichità i giochi olimpici rappresentavano la tregua olimpica, e servivano alle popolazioni sia per contare i danni che per riprendersi dagli effetti lunghi e nefasti della guerra, i giochi olimpici moderni sono nati per mantenere in allenamento i militari per le guerre che verranno, attraverso i propri vari gruppi sportivi, e nello stesso tempo per avvicinare la popolazione all’ambiente militare medesimo.

Dovrebbero forse chiamarli giochi olimpici militari, piuttosto che semplicemente giochi olimpici, sarebbe certamente una definizione eticamente corretta, per come funzionano i giochi olimpici e per come sono stati concepiti nell’epoca moderna.

 

Marco Barone, autore del blog http://baronemarco.blogspot.ch/

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