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Il socialismo passo dopo passo: si è svolto a Bruxelles il 21° Seminario Comunista Internazionale

Si è tenuto, come ogni anno, dal 18 al 20 maggio scorso il Seminario Comunista Internazionale (SCI) di Bruxelles, in Belgio. Organizzato fin dal lontano 1992 dal Partito del Lavoro del Belgio (PTB), lo SCI rappresenta uno dei più importanti e fecondi momenti di incontro dei partiti di ispirazione marxista a livello mondiale. I delegati di oltre una sessantina di partiti comunisti e operai, grandi e piccoli, di governo o di opposizione, provenienti dai cinque continenti affrontano in questa occasione un tema annuale considerato prioritario per l’azione politica e si scambiano in tal modo esperienze, analisi e metodi di lavoro. Dopo aver discusso della crisi economica nel 2010 e del lavoro dei comunisti fra i giovani nel 2009, quest’anno i partecipanti hanno approfondito la questione dei “compiti immediati” dei comunisti e di come mantenere tali lotte per le riforme sempre però nel solco della trasformazione socialista della società.

Lo SCI vuole unire le varie tendenze marxiste

Per lunghi anni i partiti comunisti si erano divisi in base a riferimenti ideologici che nel frattempo sono venuti meno. Se una volta il conflitto fra comunisti russi e cinesi implicava due diverse concezioni della lotta rivoluzionaria, due diversi metodi d’azione e due differenti strategie nella pratica concreta del lavoro, oggi con la fine dell’Unione Sovietica da un lato e le profonde riforme in corso in Cina, esse tendono ad essere ormai superate. I comunisti devono così tornare a Marx e a Lenin in modo creativo e adattarli alla nuova fase storica. E’ proprio questo l’obiettivo del Seminario di Bruxelles che riesce a far dialogare costruttivamente partiti marxisti-leninisti, appunto, di diversa formazione. Abbiamo infatti partiti come quello italiano che ha fatto parte di coalizione di governo di centro-sinistra, ne abbiamo altri come quello britannico che persegue ancora un obiettivo maoista, o altri ancora, come quello del Nepal che ha condotto una guerriglia fino a pochi anni fa e oggi è riuscito a rovesciare la monarchia e a costruire una repubblica che si incammina lentamente sulla via della democrazia.

Numerose delegazioni da tutto il mondo

A Bruxelles sono giunte, come detto, diverse delegazioni da vari paesi. Fra di esse si è riconosciuto il professore universitario di diritto Harpal Brar, dirigente del CPGB-ML britannico, noto autore di numerosi saggi sul processo autodistruttivo dell’Unione Sovietica e, sul piano teorico, uno studioso molto critico sul ruolo negativo di Trotsky nel movimento operaio. Naturalmente era presente anche David Pestieu, responsabile del centro studi e ricerche del PTB belga, che fungeva da padrone di casa, il quale ha spiegato come il PTB ambisca, attraverso una linea comunicativa accattivante, un lavoro di prossimità con gli operai, una presenza costante nei movimenti giovanili e l’offerta di servizi (come delle case medicalizzate per i meno abbienti) a diventare il punto di riferimento primario a sinistra della socialdemocrazia. Era presente anche Francesco Maringiò del Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) che ha auspicato di raggiungere “l’obiettivo di riunificare in un processo politico basato su una discussione ideologica, organizzativa e programmatica i comunisti italiani in un forte ed unico partito”. Non poteva mancare Toni Dilermando, membro del Comitato centrale del PCdoB brasiliano, parte della coalizione di governo in Brasile. Dal Brasile è intervenuto anche il partito “Patria Libre”, un’organizzazione di ispirazione post-maoista che, pur dichiarandosi legata al socialismo scientifico, si pone come priorità la conquista non del socialismo ma della totale indipendenza nazionale del Brasile dall’imperialismo. Sempre dall’America latina è giunta a Bruxelles la delegazione dei comunisti salvadoregni, dell’Honduras e della Colombia. Non poteva mancare, dal vecchio continente, il KKE greco, rappresentato da Kyrillos Papastavrou, responsabile della Commissione ideologica del Partito, sollecitato anche a spiegare la sua posizione a seguito delle recenti elezioni elleniche e il suo rifiuto di allearsi con la sinistra europeista (che gli costerà verosimilmente il tracollo elettorale). Dalla Russia sono giunte ben tre delegazioni, sintomatiche delle differenti strategie che i comunisti russi stanno vagliando nello spazio ex-sovietico, ma naturalmente la delegazione più prestigiosa era quella del PCFR forte di una crescita imponente alle ultime elezioni. Anche tre paesi a sistema socialista hanno inviato dei delegati: è stato il caso del Partito Rivoluzionario del Popolo del Laos, del Partito Comunista di Cuba e del Partito Comunista del Vietnam.

Presenti anche i comunisti ticinesi

Dalla Svizzera Italiana ha partecipato allo SCI il solo Partito Comunista, rappresentato da Sebastian Pabst. Pabst, studente-assistente presso l’università di Losanna, è responsabile nel Partito Comunista per la politica internazionale e il rapporto con le comunità migranti. Egli ricopre inoltre da poche settimane anche la carica di consigliere comunale a Minusio. A Bruxelles l’esponente ticinese ha spiegato le decisioni dell’ultimo congresso del suo partito svoltosi a Locarno nel novembre 2011, che ha deciso di orientare il Partito Comunista a una maggiore flessibilità politica, unendosi ai movimenti e estendendo la propria base giovanile con l’obiettivo di “normalizzare” nel dibattito pubblico la percezione che la popolazione ha di un partito comunista, lavorando concretamente contro i pregiudizi infondati che spesso ancora si sentono. Per i vertici del PC ticinese le relazioni internazionali sono, a quanto pare, considerate molto importanti per permettere uno scambio sulle analisi e sulle modalità operative che i vari soggetti antagonisti adottano nelle varie realtà sociali: mentre Sebastian Pabst era incaricato infatti di tenere i contatti con i partiti marxisti-leninisti di tutto il mondo a Bruxelles, il PC inviava negli stessi giorni altri due suoi delegati a Istanbul per incontrare varie organizzazioni anti-imperialiste di varia estrazione ideologica dell’area mediorientale e balcanica come abbiamo riportato qui su Sinistra.ch.

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