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L’Internazionale Socialista è …roba vecchia. Parola del suo vicepresidente!

“L’Internazionale socialista riflette un mondo che non c’è più”. Con queste parole l’ex-premier italiano Massimo D’Alema ha recitato il de profundis all’organismo che rappresenta i partiti di ispirazione socialdemocratica di tutto il mondo e di cui egli stesso è il vicepresidente dal 2003. Parole, le sue, pronunciate in occasione di un seminario organizzato dal Partito Democratico italiano. Chissà che posizione adotterà la sezione svizzera dell’Internazionale Socialista, ossia il PS, di fronte a questo golpe di destra favorito dal loro vicepresidente mondiale?!

Far perdere credibilità alla Sinistra

D’Alema è stato il premier che, nel nome della “sinistra”, spinse l’esercito italiano a bombardare la Serbia, colpevole di non piegarsi ai diktat europei. Sempre D’Alema è poi colui che attuò una politica governativa di tagli nel sociale, di privatizzazioni dei servizi pubblici e di danni ai lavoratori. Eppure ancora troppa gente, debitamente disinformata dai più noti mass-media, considera quest’uomo un esponente progressista e di sinistra.

Distruggere la Sinistra dall’interno

D’Alema è noto – come vedremo più sotto – non solo per essere uno dei più incoerenti politici italiani, ma anche il promotore di improvvise “sterzate a destra” individuali, che alla fine, però, si realizzano costringendo la gran parte dei militanti ad accettare a testa bassa le decisioni di questo influente personaggio. Dopo aver favorito infatti l’autosciogliemento del più grande Partito Comunista in Europa, D’Alema raggiunge i vertici del Partito Democratico della Sinistra (PDS), la cui cultura post-comunista gli va però evidentemente stretta: nel 1998 pretende così di unire il PDS con repubblicani riformisti e altri gruppi moderati facendo nascere i “Democratici di Sinistra” dal cui simbolo scompare definitivamente la falce e il martello. I DS durarono poco: sempre D’Alema decise che andava costruito il Partito Democratico (evidentemente non più di sinistra) unendosi con i democristiani. Una continua svolta a destra che in 20 anni ha privato l’Italia non solo di un partito marxista influente, ma addirittura è riuscita a cancellare una forza socialdemocratica che fosse tale.

Siamo tutti liberali

Dopo quello comunista, per D’Alema, anche il modello socialdemocratico “è definitivamente tramontato”, ha detto infatti il presidente della Fondazione Progressisti Europei, perché “sono venute meno le premesse su cui si fondava, compresa la società divisa in classi”. Ossia per lui nell’attuale società che rimane capitalista esisterebbe una sola classe, la borghesia, che abbraccia evidentemente dall’ultimo dei barboni che chiedono l’elemosina fino a Bill Gates. Per cui non c’è ragione di continuare a richiamarsi a una tradizione e a una storia, quella socialdemocratica, che anche se solo per il nome rievoca inevitabilmente i fantasmi del socialismo che D’Alema vorrebbe esorcizzati per sempre. Ma l’ex-primo ministro italiano non si è fermato a questo: “la cultura liberale non deve essere rinnegata dai socialisti” ha spiegato. Occorre – per la quarta volta in vent’anni – creare qualcosa di nuovo: D’Alema propone di muoversi “sulle basi di una coalizione progressista, con un progressismo plurale basato su nuovi principi; avrà l’europeismo come pilastro ma soprattutto dovrà avere consapevolezza dei limiti del passato”. Ed ha quindi invitato i socialdemocratici europei a prendere atto che tutte “le grandi forze progressiste al governo non hanno matrice socialista” e ad andare perciò “oltre i confini della loro esperienza storica e geografica”, perché “l’Internazionale socialista riflette un mondo che non c’è più”. Avranno forse pensato così anche in Ticino i vertici del PS che hanno fondato l’associazione Incontro Democratico con alcuni settori del Partito Liberale Radicale Ticinese (PLRT)?

Moltiplicando incoerenza e opportunismo…

Prima abbiamo definito D’Alema un “incoerente”. Non voleva essere un insulto gratuito o di pancia, esso al contrario si riferiva a questa dichiarazione del nostro uomo di pochi anni fa: http://www.youtube.com/watch?v=CZ_88LC169o

E adesso?

con il leader post-fascista Gianfranco Fini

Che l’Internazionale Socialista non rappresentasse più delle istanze riformatrici appariva ormai chiaro a tutti: basti pensare che al suo interno sono rappresentati non solo il Partito Laburista britannico fautore delle privatizzazioni e delle guerre neo-coloniale, ma anche il Partito Laburista Israeliano che difende il razzismo anti-arabo, per non parlare del PASOK Greco che ha mandato in bancarotta il Paese svendendone la sovranità alla Banca Centrale Europea. La proposta di D’Alema ha in questo senso almeno il pregio di fare chiarezza sulle reali intenzioni dei dirigenti dei partiti socialdemocratici della terra. Ciò che però preoccupa non è solo il fatto che la sinistra occidentale stia perdendo man mano i propri riferimenti anche ideali, per quanto moderati essi fossero, ma che personaggi che si dichiarano progressisti, come D’Alema appunto, riescano a infiltrarsi negli apparati dei partiti di sinistra per renderli …di destra!

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