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Alice Allison SA: non mollate; non molliamo!

Sinistra.ch aveva già raccontato (vedi articolo) le vicende che avevano colpito la ditta di Grono “Alice Allison SA” nella vertenza che la opponeva alla multinazionale “Nespresso”. La situazione ha avuto un’evoluzione negativa per la piccola azienda di valle e il consigliere comunale di Roveredo, il comunista Mattia Antognini, si è chinato sulla problematica occupazione che ne potrebbe conseguire. Ecco di seguito le considerazione del giovane politico.

 

Il consigliere comunale Antognini è pure attivo in ambito sindacale

Lo scorso mese di gennaio l’Alice Allison SA di Grono, ditta produttrice di capsule da caffè si è vista obbligata a fermare la propria produzione a causa di una denuncia inoltrata da Nespresso presso il Tribunale del Commercio di San Gallo. Dopo un’accurata visione del caso il tribunale ha deciso di respingere la denuncia della multinazionale in quanto – contrariamente a quando insinuato da quest’ultima – le capsule di caffè prodotte dalla piccola azienda mesolcinese non possono essere ritenute come versione tarocca delle famose capsule per l’espresso prodotte dalla Nestlé e pubblicizzate da George Clooney.

Nel giro di poco tempo è stato ovviamente inoltrato un ricorso presso il Tribunale Federale, il quale – appena tre giorni fa – ha ritenuto opportuno dare ragione alla multinazionale elvetica.

Come cittadino mesolcinese non posso che ritenermi amareggiato di quanto stia succedendo alla piccola azienda della Bassa Mesolcina. Se la chiusura sarà definitiva la valle perderà ancora un’azienda che – a differenza di tante – si mostra al quanto etica sotto il profilo dello sviluppo aziendale.

Come consigliere comunale comunista non posso che ritenermi preoccupato a proposito dei comportanti delle istituzioni giuridiche elvetiche, le quali – dopo avere in un primo tempo respinto le accuse della Nestlè nei confronti del piccolo produttore mesolcinese – hanno fatto marcia indietro appena la grande multinazionale ha iniziato a battere i piedi. Tutto questo alla faccia del tanto osannato libero mercato che può essere definito “libero” soltanto quando fa comodo alle grandi aziende.

Come essere umano non posso che ritenermi deluso di come le vite dei lavoratori non contino niente per quella gente che oltre al profitto non sa pensare. Ancora una volta in Svizzera – come nel resto dell’Europa – l’essere umano ha perso e continuerà a farlo fino a quando esisteranno persone che non sanno distinguere la realtà da una serie di cifre riportate su fogli di carta.

La chiusura dell’Alice Allison non è sostenibile per la Mesolcina, né eticamente, né economicamente, né politicamente! Tale impresa garantiva fino a tre giorni or sono circa 35 posti di lavoro, parte dei quali offerti a persone che da poco non avevano più diritto alle indennità della Cassa Disoccupazione e quindi prossime all’assistenza. Assistenza che certi comuni della Mesolcina faticano a garantire a causa della mancanza di fondi, ovviamente a scapito dell’intera popolazione bassomesolcinese.

Auspico pertanto che le forze politiche – oltre che ai singoli individui – si uniscano in difesa dei posti di lavoro nell’industria di Grono, tale auspicio è inoltre sospinto dall’interpellanza inoltrata al municipio di Roveredo a nome dei Giovani di Sinistra e del Partito del Lavoro.

Vorrei infine esprimere la mia più sincera solidarietà a tutte le lavoratrici ed a tutti i lavoratori che pur lavorando onestamente rischiano il proprio posto di lavoro a causa di speculazioni economiche.

Non mollate, non molliamo!

 

Mattia Antognini, membro del Comitato Centrale del Partito Svizzero del Lavoro e Consigliere Comunale di Roveredo

 

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